Il lavoro da remoto ha vissuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, accelerata dalla pandemia e dalle nuove tecnologie. Il smartworking ha rivoluzionato i modelli tradizionali di lavoro, portando molte aziende ad adottare modalità più flessibili che consentono ai dipendenti di operare fuori dagli uffici fisici. Oggi, è un fenomeno che interessa numerosi settori, in particolare quelli digitali, come il marketing, la programmazione e la gestione di contenuti online, ma anche scommesse e casino, che si avvalgono di freelance e lavoratori da remoto per rispondere alla crescente domanda di servizi.
Settori che traggono vantaggio dallo smartworking
Il settore digitale è sicuramente il più avvantaggiato dallo smartworking. Il lavoro da remoto è ormai la norma in molti ambiti come marketing digitale, SEO, copywriting e sviluppo web. Le tecnologie moderne, come i software di gestione dei progetti e i cloud storage, hanno reso più semplice la collaborazione a distanza, permettendo a team distribuiti di lavorare insieme in tempo reale, senza la necessità di una presenza fisica in ufficio. Aziende che operano in questi settori sono riuscite a ridurre i costi operativi e a garantire una maggiore flessibilità ai propri dipendenti.
Un settore che ha visto un boom particolare grazie allo smartworking è quello delle scommesse online (https://bitstarzcasino.eu/) e dei casino. Queste industrie digitali sono infatti molto legate all’utilizzo di piattaforme virtuali, rendendo possibile per i lavoratori di marketing, content creator e gestori di piattaforme operare a distanza senza compromettere l’efficienza. Non solo gli sviluppatori, ma anche i freelance che si occupano di promozioni, pubblicità e gestione clienti per casinò online e piattaforme di scommesse, sono ora ampiamente supportati da modalità di lavoro smart. Le aziende in questi ambiti preferiscono spesso assumere freelance, che possono essere più versatili e con costi inferiori rispetto ai contratti tradizionali.
I diritti dei lavoratori in smartworking: le ultime novità
Con la diffusione del lavoro remoto, i diritti dei lavoratori hanno cominciato a essere oggetto di attenzione anche da parte delle autorità competenti. Una delle questioni più recenti riguarda la geolocalizzazione dei lavoratori in smartworking. Secondo le ultime normative e interventi giuridici, i datori di lavoro non sono autorizzati a monitorare i dipendenti attraverso strumenti di geolocalizzazione. Questo è stato chiaramente sancito dal Garante per la Privacy, che ha recentemente inflitto multe a un’azienda per l’uso illecito di tecnologie per tracciare la posizione dei lavoratori in smartworking.
A tal proposito, un articolo su Corriere della Sera riportava che il Garante per la privacy ha sanzionato un’azienda che ha utilizzato la geolocalizzazione per monitorare i propri dipendenti in smartworking. Questa normativa è stata accolta come un passo importante nella protezione della privacy dei lavoratori. Nonostante le tecnologie che rendono possibile il monitoraggio delle posizioni, il legislatore ha voluto tracciare un confine per evitare forme di controllo eccessivo che potrebbero violare i diritti personali.
Recentemente, anche Il Sole 24 Ore ha riportato la stessa notizia, evidenziando come la legislazione stia cercando di adattarsi ai cambiamenti indotti dallo smartworking, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili. Le imprese che non rispettano queste normative possono incorrere in pesanti sanzioni amministrative.
Le implicazioni del lavoro remoto per i settori digitali
Nel contesto delle aziende che operano nel settore digitale, la transizione allo smartworking è stata particolarmente rapida. Molti professionisti si sono adattati a questa modalità con grande facilità, grazie alla natura tecnologica dei compiti e delle piattaforme utilizzate. A livello normativo, però, sono emerse alcune difficoltà. I lavoratori da remoto, infatti, non godono sempre della stessa protezione che hanno i dipendenti in presenza. Per esempio, la questione delle ore di lavoro e del diritto alla disconnessione sono temi che vengono continuamente discussi nei contesti legislativi.
In particolare, un articolo di MySolution sottolinea come il diritto alla disconnessione sia fondamentale per i lavoratori da remoto, anche per evitare che la linea tra vita privata e vita lavorativa si confonda, come spesso accade nel telelavoro. Sebbene le tecnologie ci permettano di lavorare ovunque, le aziende devono garantire che i dipendenti abbiano un equilibrio sano tra lavoro e vita personale. Alcuni recenti provvedimenti, riportati anche su Fisco e Tasse, stabiliscono che i datori di lavoro non devono far ricorso a modalità invasive di controllo. Questo include il divieto di utilizzare software per monitorare la produttività o la posizione geografica dei dipendenti senza il loro consenso (fonte).