Un grande spettacolo per San Fior
Ha riscosso molto successo lo spettacolo “Gran Casinò. Storie di chi gioca sulla pelle degli altri” andato in scena poche settimane fa, nella sala polifunzionale del Comune di San Fior (ridente località della provincia di Treviso).I preparatissimi attori, hanno affrontato il tema del gioco d’azzardo mettendo in scena un convincente monologo appartenente al filone del teatro civile, affidato a Fabrizio De Giovanni, autore dei testi insieme a Ercole Ongaro ed Enrico Comi.
Un viaggio, quello proposto grazie alla regia di Gilberto Colla e alla direzione tecnica di Maria Chiara Di Marco, che parte dalle origini delle forme legalizzate del gioco d’azzardo per arrivare alla purtroppo tragica versione compulsiva dello stesso, che spesso è una delle cause principali di drammi personali e familiari. Sempre più di frequente sentiamo parlare di vite, famiglie e patrimoni rovinati, a causa del gioco compulsivo.
Oltre al sindaco Gastone Martorel, agli assessori Luigi Tonetto e Francesco Granzotto, erano in sala i rappresentanti dei Comuni limitrofi e Michela Frezza dei Servizi ambulatoriali dipendenze (Serd). Le autorità presenti, hanno ribadito la necessità di parlare di queste tematiche, dando spunti di riflessione a molti e iniziando una battaglia contro il gioco d’azzardo illegale e compulsivo.
Nel corso della serata Fabrizio De Giovanni ha condotto gli spettatori in un viaggio alle origini del gioco d’azzardo: prima tappa l’ideazione della famosa e spesso fonte di nostalgia “schedina della domenica” – quella del Totocalcio – per concludere questo viaggio con i casi di cronaca riguardanti le infiltrazioni mafiose nel sistema del gioco legalizzato, visto come un’ottima forma di riciclaggio di denaro sporco. Il messaggio che la compagnia ha voluto mandare, è che è più semplice scommettere sulla fortuna che su sé stessi, Molte le testimonianze di persone vittime della ludopatia, che hanno raccontato la sofferenza che questa malattia ha causato loro, definendo questa dipendenza come un cancro che ti distrugge la vita, ti allontana dalla normalità e ti illude di poter diventare ricco in poco tempo.
Questa malattia riesce a farti credere che puoi diventare esageratamente ricco con poche mosse e pochi sforzi: non è così. Le ricchezze di un certo livello non piovono dal cielo, non si accumulano con la fortuna, ma con il lavoro e facendo investimenti adeguati. Giocare d’azzardo scommettendo su betnuovo soldi su eventi di vario genere, non aiuta a diventare ricchi e ad accumulare ricchezze, anzi fa solo perdere soldi, tempo e preziosi momenti di vita. Il gioco compulsivo isola, fa sì che gli altri si allontanino perché l’unico pensiero che abbiamo in testa è giocare. Non c’è spazio per altro.
alcuni numeri aggiornati per il gioco d’azzardo a San Fior
Secondo i dati aggiornati, gli italiani costituirebbero circa il 23 percento della popolazione mondiale di giocatori, confermando la remuneratività di quella che nell’Ottocento Camillo Benso conte di Cavour definiva “la tassa sugli imbecilli”. Ma anche guardano al territorio locale l’impatto del gioco non è meno pesante: si stima, infatti, che nella sola San Fior in un anno la spesa media dedicata al gioco d’azzardo, sia pari a circa 2.289 euro, in una popolazione pari a 6.962 abitanti dal reddito pro-capite di 19.582 euro.
Cifre non da poco, considerato che la vicina e più grande Conegliano – abitata da circa 34.999 abitanti – registra una spesa annua di 2.027 euro in una comunità dal reddito medio di 22.433 euro. Dati che fanno davvero riflettere su quanto il fenomeno sia grande nella piccola realtà di San Fior.
Il gioco d’azzardo compulsivo, è un nemico strisciante che difficilmente riusciamo a vedere. A volte ci accorgiamo delle persone sedute per ore alle slot in un bar, che quasi in trance inseriscono monete nelle macchinette senza rendersi conto di quanto stiano giocando e, soprattutto, di quanto stanno perdendo. A fronte di una vincita, è sempre necessario guardare quanto si è giocato: se lo farete vi renderete conto che non c’è quasi mai una vera vincita. L’unico che non perde mai è il banco, voi, purtroppo, vi potreste ritrovare in situazioni per niente piacevoli.
Capite sempre più spesso di sentire storie per niente positive sulla dipendenza da gioco: c’è chi perde la casa, chi finisce in mano agli strozzini, chi senza rendersene conto perde tutti gli affetti a causa dello stress che il gioco compulsivo provoca. Alla luce di questi fatti, esaminare eventuali segnali sembra diventare un obbligo.