Il leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni ha forgiato il suo carattere tra gli ultras prima di diventare il volto del populismo nazionale

Un uomo plasmato dalla strada e dagli spalti. George Simion, 38 anni, è il fenomeno politico del momento in Romania. Dopo aver dominato il primo turno delle nuove presidenziali bis, il leader dell’Aur (Alleanza per l’Unione dei Romeni) si prepara al ballottaggio del 18 maggio con la consapevolezza di chi ha percorso un cammino insolito verso il potere, attraversando le curve degli stadi prima dei corridoi parlamentari.

Dalla curva alla politica: un percorso insolito

“Ho imparato più dalle curve che durante gli anni al Collegio Nazionale o all’Università di Bucarest”, ha confessato una volta a un giornalista sportivo. Il calcio per Simion non è stato semplice intrattenimento, ma una vera scuola di vita, un laboratorio sociale dove ha appreso gerarchie, codici comportamentali e quella retorica semplice e diretta che oggi caratterizza il suo linguaggio politico.

Cresciuto a Focsani, nella contea di Vrancea, Simion ha trovato nell’ambiente ultras della Steaua Bucarest un senso di appartenenza e identità. Le sue parole respingono l’etichetta di estremista: “Radicale? No, lo respingo. Più duro su certe posizioni, sì. Ma estremista assolutamente no. Una volta ho anche scherzato su queste presunte risse: ho detto che semmai le ho prese più che date”.

L’ascesa fulminante sullo scenario politico

La sua carriera politica ha avuto un’accelerazione impressionante. Fondato il partito Aur nel 2019, Simion ha cavalcato l’onda del malcontento popolare passando dall’1,3% alle europee di quell’anno, al 9% alle parlamentari del 2020, fino al 18% nelle elezioni del 2024, posizionandosi nel panorama dei movimenti nazionalpopulisti europei come Vox in Spagna e AfD in Germania.

In questo percorso, l’impronta della sua formazione “da curva” rimane visibile: i suoi comizi hanno spesso l’energia di una coreografia da stadio, con slogan ripetuti e linguaggio fisico che richiama l’ambiente ultras. Anche la sua retorica anti-Ue e anti-Nato, unita al rifiuto dell’invio di aiuti militari all’Ucraina, parla a quella parte di popolazione stanca della politica tradizionale e desiderosa di risposte semplici a problemi complessi.

Il piano Simion per lo sport romeno

Lo sport rimane centrale nel suo discorso politico. Il “Piano Simion per lo sport” è più di un semplice slogan elettorale: rappresenta la sua visione per rivitalizzare un settore che considera fondamentale per la salute della nazione. “Non ci preoccupiamo più della salute. Abbiamo bisogno che i nostri figli, anche il mio Radu, facciano sport. Ma non posso pensare solo a mio figlio: penso a tutti i bambini della Romania.”

La critica all’attuale stato delle infrastrutture sportive è uno dei suoi cavalli di battaglia: “Potremmo avere in Romania il futuro Messi e non avere i mezzi per scoprirlo. Purtroppo oggi casi come quello di David Popovici sono eccezioni. Il campione olimpico non è il risultato del sistema sportivo romeno, ma un’anomalia positiva dovuta principalmente all’impegno della sua famiglia.”

Un passato da ultras che fa discutere

Il legame di Simion con il mondo ultras non è privo di ombre. Nel 2007 era presente durante i violenti scontri tra tifosi romeni e forze dell’ordine bulgare a Sofia. Nel 2011 fu fotografato vicino a uno striscione con messaggi razzisti durante una partita Romania-Bosnia.

Questi episodi, insieme alle sue posizioni unioniste che gli valsero l’espulsione dalla Repubblica Moldova nel 2015, contribuiscono a disegnare il profilo di un uomo che ha trasformato la passione delle curve in capitale politico, suscitando entusiasmo tra i suoi sostenitori ma anche molte preoccupazioni nell’establishment europeo.

Analisti e osservatori seguono con attenzione l’evoluzione di questa figura politica controversa, e molti scommettitori cercano di prevedere l’esito del ballottaggio su piattaforme come https://www.zipcasino.it.com/, dove le quotazioni riflettono l’incertezza di una corsa presidenziale che potrebbe segnare una svolta nella politica romena e nei suoi rapporti con l’Unione Europea.

Mentre Simion continua la sua campagna elettorale con lo stesso fervore che lo caratterizzava sugli spalti, il suo approccio alla leadership politica ricorda quella determinazione che vediamo anche nel calcio femminile italiano, dove squadre come Juventus e Roma dominano il campionato grazie a strategie chiare e una visione precisa, elementi che potrebbero fare la differenza anche nella sua corsa alla presidenza.

Il 18 maggio la Romania deciderà se affidare il proprio futuro a questo ex ultras diventato politico, in una battaglia elettorale che, proprio come nei derby più accesi, si preannuncia combattuta fino all’ultimo voto.